La
crisi del linguaggio è una spia di una crisi più profonda che investe tutti i
settori della società, in primis la
politica. Con l’avvento della cosiddetta seconda repubblica si è
progressivamente assistito a un imbarbarimento del linguaggio politico, vuoi
per rompere con il politichese dei professionisti della politica del passato
vuoi per incapacità personale e mancanza di cultura. Sta di fatto che il gergo
politico, perdendo l’elegante patina retorica di un tempo, è scaduto in motti
aggressivi pieni di violenza o di dati statistici. I numeri si sono sostituiti
progressivamente alle parole, che, ormai, vuote di contenuti veicolano quasi
esclusivamente attacchi personali, a volte anche non legati direttamente al
contesto politico. L’avv.
Cosimo Scarpello, autore del libro (IM) Passeport. Gli Strafalcioni della
Politica o la politica degli strafalcioni ? – già vicesindaco e assessore con delega
alla cultura e al contenzioso, attualmente consigliere comunale – fa sua questa
critica e, con una disamina intrisa di tanta ironia, e autoironia, evidenzia gli
strafalcioni che, in un quinquennio di cosigliatura, hanno portato fino al
ridicolo, al di là delle pur nobili intenzioni, i discorsi dei colleghi politici
del suo Comune, San Pancrazio Salentino. Dalle frasi celebri (divenute oggetto
di vere e proprie barzellette) alle accezioni dei termini (parole usate con un
significato scorretto e improprio), dalle similitudini e costruzioni verbali
contorte e bizzarre ai vicoli ciechi (frasi lunghe e macchinose senza via d’uscita),
dagli interventi fuori tema e privi di filo logico, a brevi espressioni di dubbia
correttezza verbale e ai latinismi ultramaccheronici. Scrive l’autore nella
premessa: “Le frasi, i passi o gli interventi sono riportati tutti in
originale, incluse le ripetizioni inutile d’intere parole o parti di esse”.
Proprio questo ritengo sia il pregio del libro, quello di aver riportato
fedelmente le espressioni scritte nei verbali dei consigli comunali, senza
distorcere mai in alcun modo le parole o le frasi pronunciate dai consiglieri nel
corso dei loro interventi. Scrive
lo stesso autore lo scopo ultimo del libro è quello di “attenuare il grado di
drammaticità di un contesto politico, di alleggerirne il peso in un clima
troppo spesso arroventato, e di minimizzarne e ridimensionarne i contrasti che
di frequente degenerano in rivalità e odi di natura personale: un desiderio
che, dato il particolare momento storico, diventa un’irrinunciabile esigenza”. La
crisi può essere superata con una sana autoironia che ci aiuti a comprendere i
paradossi e i limiti della realtà in cui viviamo. Il libro del consigliere
Scarpello, come in una sorta di catarsi, cerca nell’umorismo una via d’uscita
all’appiattimento dell’attuale livello della politica e apre una finestra verso
nuove prospettive future.
Pier
Vincenzo Rosiello
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