domenica 21 marzo 2010

Trentesimo del martirio di mons. Romeo, l'arcivescovo di San Salvador

A trenta anni dalla morte di mons. Oscar Arnulfo Romero, Arcivescovo di San Salvador, Liturgia Eucaristica presieduta dal card. C. Sepe - Roma, S. Maria in Trastevere, ore 18.30.

Sono passati trent’anni dalla morte di Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso sull’altare il 24 marzo del 1980, con un solo colpo di fucile, mentre celebrava la Messa.
La Comunità di Sant’Egidio è presente in Salvador da molti anni e ha raccolto da tempo la memoria di Mons. Romero. Quest’anno un suo giovane membro, William Quijano, è stato ucciso da una banda perché impegnato con la Comunità nel salvare i bambini e i giovani dalla violenza nel quartiere periferico di Apopa.
Nel clima della Guerra fredda, nella periferia centroamericana, Romero visse e predicò la fede. Romero è stato un vescovo in tempi difficili. Pose se stesso e la sua Chiesa, come guida verso la pace, quando non si vedeva lo sbocco politico per il domani. Credeva nella forza della fede: «Al di sopra delle tragedie, del sangue e della violenza, c’è una parola di fede e di speranza che ci dice: c’è una via d’uscita… Noi cristiani possediamo una forza unica». Resta un modello di vescovo fedele. Monsignor Romero fu un vescovo al servizio del Vangelo e della Chiesa. Il suo motto episcopale era Sentir con la Iglesia . La sua priorità: la salus animarum. Alla celebrazione dei nuovi martiri nel 2000 al Colosseo Giovanni Paolo II lo ricordò così: «Pastori zelanti come l’indimenticabile arcivescovo Oscar Romero, assassinato sull’altare durante la celebrazione del Sacrificio Eucaristico».
Romero fu un martire nell’estrema periferia della Guerra fredda. A trent’anni dalla sua morte, liberi dalle passioni di chi fu coinvolto nella storia di allora, ma non così lontani nel tempo da non poter capire il dramma e l’esemplarità della figura, dobbiamo avere il coraggio di fare i conti con questo martire, che è figlio della Chiesa e che tutto aspettava da lei. Nella storia dello spirito, che scorre profonda oltre la cronaca delle passioni, Romero resta una figura decisiva: perché fu un martire.

giovedì 18 marzo 2010

IN MEMORIAM MARTYRUM

TRE GIORNI DI PREGHIERA E RIFLESSIONE SULLA PASSIONE DI CRISTO E DELLA CHIESA ORGANIZZATI DA “AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE”

Prenderà il via venerdì 19 marzo alle ore 10:30 presso la Pontificia Università Lateranense, la seconda Edizione di “In Memoriam Martyrum” la tre giorni dedicata alla passione di Cristo e della Chiesa, promossa dall’Opera di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.
Questa Edizione – che si svolge nel corso dell’Anno sacerdotale – è dedicata, in particolare alla memoria dei sacerdoti martiri. «Quella per il ministero sacerdotale è un’attenzione che ACS ha da sempre, fin dalla fondazione dell’Opera avvenuta nel 1947. Focalizzando su questo la tre giorni 2010, vogliamo sostenere, incoraggiare, consolare i sacerdoti che tuttora, nelle molte zone del mondo dove la Chiesa è perseguitata, rimangono fedeli al Vangelo, senza sottrarsi a rischi che potrebbero richiedere loro anche il sacrificio della vita per Cristo», afferma il direttore del Segretariato Italiano, Massimo Ilardo. A questo tema sarà dedicata la Mostra-filmato dedicata alle figure di 12 sacerdoti martiri che, nelle mattinate di venerdì 19 e sabato 20, sarà proiettata presso la Pontificia Università Lateranense. In programma anche la Via Crucis che si terrà nella basilica di San Crisogono venerdì 19 marzo e, nella serata di domenica 21, la Veglia di preghiera per i missionari martiri organizzata dalla diocesi di Roma nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura e che vedrà anche la partecipazione di ACS, rappresentata da S.E.R. Monsignor Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad, in Pakistan.
Monsignor Coutts sarà tra gli ospiti della Conferenza «Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani» che si terrà sabato alle ore 16:00 presso l’Aula Paolo VI della PUL; all’incontro che sarà aperto da S.E.R. Monsignor Rino Fisichella, rettore dell’Università, parteciparanno monsignor Philip Najim, Procuratore per la Chiesa caldea presso la Santa Sede e Jesús Colina, direttore dell’Agenzia di stampa «Zenit». Modererà monsignor Sante Babolin, presidente della Sezione italiana di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.
Al sacerdote polacco Jerzy Popieluszko è invece dedicato l’omonimo film in programma domenica alle ore 16:00 nell’Aula Paolo VI dell’Università e che sarà introdotto dall’intervento del professor don Tone Presern, assistente ecclesiastico della Sezione italiana di ACS e docente della facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana. Don Popieluszko, eroica figura della Chiesa polacca, fu ucciso nel 1984 dai Servizi segreti dopo essere stato rapito vicino la città di Torun al termine di un servizio pastorale nel quale, per l’ennesima volta, aveva alzato la voce contro il regime che allora governava la Polonia.