mercoledì 29 aprile 2009

La Pasqua e la Risurrezione

Il pilastro della fede cattolica è la risurrezione di Gesù Cristo in anima e corpo. Il Signore Gesù muore sulla croce ma il terzo giorno dopo essere morto risorge con il suo corpo carnale e poi ascende al cielo alla destra di Dio Padre Onnipotente. Successivamente anche Maria, sua madre, risorge con il suo corpo alcuni giorni dopo essere morta – 15 giorni, secondo quanto Santa Brigida di Svezia scrive; la stessa Vergine Santissima le rivelò questo durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa presso la tomba della Madonna ai piedi del Monte degli Ulivi (l’8 settembre 1372) – e poi come suo Figlio ascende al cielo. Secondo un’altra tradizione, invece, la Beata Vergine non sarebbe morta ma si sarebbe soltanto addormentata – infatti alcuni parlano di dormitio Virginis – e quindi sarebbe ascesa al cielo senza conoscere la morte del corpo. Al contrario sia gli apostoli sia i discepoli del tempo di Gesù muoiono e non risorgono, così come tutti i santi, i sacerdoti, i diaconi e gli altri fedeli. Come mai? Eppure è dogma della fede che i credenti con il Battesimo partecipano della morte e risurrezione di Cristo e nel Credo si manifesta la fede nella risurrezione della carne. Allora come mai nessuno è mai risorto con il proprio corpo? Una prova di questa non risurrezione sono tutti i corpi dei santi riesumati, come quello di San Pio da Pietralcina.
Si crede che la risurrezione della carne avrà luogo quando il Signore tornerà a giudicare i vivi e i morti, quando ci saranno cieli nuovi e terra nuova. Ma esiste una spiegazione a questa scelta di Dio? Per capirne la ragione bisogna entrare nella mentalità ebraica del concetto del popolo di Dio, della salvezza e del peccato, concezione che si trasmette al cristianesimo delle origini e continua fino ai giorni nostri.
Il popolo per gli ebrei è considerato un corpo unico, tanto che la salvezza o la dannazione possono essere trasmessi a tutto il corpo anche da un solo membro. È il caso di Adamo ed Eva che commettendo il peccato originale, rappresentato nella Bibbia con la tentazione del serpente nel giardino di Eden e il frutto proibito, trasmettono la dannazione e la morte a tutti gli uomini e le donne. Ma è anche il caso di Gesù Cristo, non a caso chiamato da Paolo di Tarso nuovo Adamo, in quanto con il suo sacrificio perfetto – la sua passione, morte e risurrezione – trasmette a tutti gli uomini, e in particolare alla sua Chiesa – intesa come comunità di battezzati e, quindi, popolo di Dio – la salvezza, la vita eterna oltre la morte. Ma anche di Maria, nuova Eva, che accettando il mistero dell’Incarnazione di Dio, l’Emmanuele, nel suo grembo Immacolato, sciaccia il capo al serpente datore di morte e diviene corredentrice dell’umanità.
Il corpo mistico di Cristo è la Chiesa, che trasforma i figli del mondo in figli della luce, cioè di Dio, perciò questo corpo fatto di santi e peccatori dovrà salvarsi tutto insieme e risorgere insieme, nello stesso momento, proprio perché unico.
Ecco perché nessun santo è ancora risorto ma risorgerà quando Gesù sarà tutto in tutti e i principati, le dominazioni e ogni cosa sarà sottomessa al “Figlio dell’Uomo” assiso alla destra di Dio Padre Onnipotente. Quando questo avverrà non lo sappiamo ma sappiamo quando non avverrà ovvero finché tutto il corpo mistico di Cristo – tutti coloro che Dio Padre chiama alla sequela del suo Figlio unigenito nel quale si è compiaciuto – non sarà riscattato dal peccato, solo allora sarà rigenerato a nuova vita, solo allora Gesù si manifesterà nella sua gloria e, in comunione con il Padre e lo Spirito Santo, farà risorgere i corpi di tutti i battezzati che si sono addormentati nel sonno della morte.
Allora la Pasqua del Signore – il passaggio dalla morte alla vita – sarà completa, poiché Lui è l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo di coloro che risorgono.

Pier Vincenzo Rosiello