sabato 11 giugno 2011

Mons. Ernesto Mandara nuovo vescovo della Diocesi Sabina - Poggio Mirteto

La decisione del Santo Padre dopo la nomina, sei mesi fa, di mons. Lino Fumagalli a vescovo di Viterbo

La festa di Pentecoste è arrivata e, come ogni anno, elargisce al popolo di Dio i doni dello Spirito Santo. Particolarmente grande è il dono ricevuto dalla comunità della diocesi suburbicaria di Sabina - Poggio Mirteto: monsignor Ernesto Mandara, originario di Positano, nato il 24 luglio 1952, fino ad oggi vescovo ausiliare della diocesi di Roma per il Settore Centro e direttore dell’Ufficio edilizia di culto, è il nuovo vescovo della Diocesi. Il Vescovo succede a monsignor Lino Fumagalli, nominato dal Santo Padre vescovo di Viterbo l’11 dicembre 2010.
La notizia della nomina pontificia, diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede, è stata data venerdì 10 giugno alle 12 in Vicariato dal Cardinale Vicario Agostino Vallini.

Arrivato a Roma diciottenne, mons. Mandara ha frequentato il Seminario Minore e il Seminario Maggiore, si è perfezionato presso la Pontificia Università Lateranense, la Gregoriana e l’Accademia Alfonsiana. È diventato sacerdote il 22 aprile 1978 per l’arcidiocesi di Amalfi – Cava de’ Tirreni. Il suo ordinario lo ha messo a disposizione dal 1979 al 1983 come assistente del Pontificio Seminario Romano Maggiore, di cui è stato nominato vice-rettore nel 1983. Ha ricoperto quest’ufficio fino al 1990, quando è diventato parroco di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, fino al 2002. Nominato il 10 aprile 1990 Cappellano di Sua Santità, nel 2004 è stato chiamato all’episcopato, divenendo titolare della sede di Torre di Mauritania e ausiliare della diocesi di Roma per il Settore Centro. Attualmente è membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Santi Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena della Conferenza Episcopale Italiana.
«Sono convinto che farà molto bene», ha affermato il cardinale Vallini annunciandone la nomina davanti ai prefetti e ai parroci del Settore Centro, ai collaboratori religiosi e laici del Vicariato. Il Vicario Generale di Sua Santità ha sottolineato che «monsignor Mandara lascia un vuoto difficile da colmare». Il presule campano infatti, oltre che vescovo ausiliare, è dal 2002 direttore dell’Ufficio per l’edilizia di culto e segretario dell’Opera romana per la preservazione della fede e la provvista di nuove chiese presso il Vicariato di Roma.
Emozionato, il nuovo vescovo della diocesi di Sabina-Poggio Mirteto ha espresso la sua «profonda gratitudine» a quanti lo hanno accompagnato in questi anni romani. «Ogni volta che nella nostra vita si realizza un cambiamento - ha detto - facilmente si affacciano alla nostra mente e al nostro cuore preoccupazioni e nostalgie. Questi sentimenti sono ancora più forti se si è chiamati a lasciare realtà e, soprattutto, persone con le quali si è condiviso un lungo tratto di strada». Ma subito ha aggiunto: «Questi sentimenti, però, si superano quando ci si accorge che questo cambiamento non dipende da una scelta ma nasce da un mandato. Ho accolto allora con animo grato, con gioia e con assoluta disponibilità questa nuova missione che il Santo Padre Benedetto XVI mi ha voluto affidare».
A lui gli auguri per il suo nuovo incarico che sicuramente, con l’aiuto del Signore e della Beata Vergine Maria, saprà portare avanti in modo eccellente.
                                                                                                                        di Pier Vincenzo Rosiello

venerdì 3 giugno 2011

L’Ordine del SS. Salvatore di Santa Brigida compie cento anni

Dialogo, Ospitalità e Carità: un carisma che apre il futuro all’umanità
Il motivo principale di questo centenario è rendere grazie al Signore perché questa vigna da Lui piantata ha portato molti frutti alla Sua Chiesa e continua a produrne con la Sua grazia, inviando al nostro ordine buone e generose vocazioni”. Queste le parole che ha rivolto l’Abbadessa Generale, Madre Tekla Famiglietti, in occasione del convegno tenutosi venerdì 3 giugno a Roma nel Palazzo della Cancelleria Apostolica (Piazza della Cancelleria 1) per celebrare il centenario di fondazione dell’Ordine SS. Salvatore di Santa Brigida. La giornata di studi si è articolata con una serie di relazioni sul tema “Originalità e continuità dell’Ordine di Santa Brigida a cento anni dalla Fondazione (1911-2011). Brigida una donna europea”.
Tra le personalità intervenute: il Card. Walter Brandmuller che ha parlato di Roma e del Papato ai tempi di Santa Brigida; il Card. Angelo Amato, il quale si è soffermato sull’attualità del messaggio di pace e di dialogo trasmesso da Santa Brigida; Mons. Mario Russotto, che ha delineato il carisma della Beata Elisabetta Hesselblad; Padre Marko Rupnik con la sua relazione sulla Bibbia come codice culturale per l’Europa, Madre Elisa Famiglietti che ha parlato dell'espansione del carisma dell'ordine di Santa Brigida.
Ha moderato il convegno Mons. Dario E. Viganò, Preside dell’Istituto Redempor Hominis presso la Pontificia Università Lateranense, il quale ha spiegato il carisma dell’ordine basato sul dialogo, l’ospitalità e la carità, un carisma capace di trasformare il mondo in un luogo beato e fedele al Vangelo.
“A cent’anni dalla Fondazione dell’Ordine, Brigida si conferma – ha detto Mons. Viganò – non solo donna europea, ma globale”. Celebrare la Santa svedese per il Preside dell’Istituto Redempor Hominis significa “riflettere sulla nostra identità cristiana, perché l’attestazione e la conservazione delle radici non abdichi mai alla linfa vitale dell’evangelizzazione”.
L’Abbadessa Generale, Madre Tekla Famiglietti, ha evidenziato come l’ospitalità, l’accoglienza e la carità offerte dalle case dell’Ordine, presenti in diverse parti del mondo, sono testimonianza dell’amore misericordioso di Dio verso ogni uomo e l’anelito all’unità che Cristo ha lasciato ai suoi discepoli. Una presenza ecumenica che Madre Tekla ha detto essere particolarmente attenta alle nazioni del Nord-Europa, dove minore è la presenza dei cattolici ed è importante promuovere il dialogo con i fratelli di altre Confessioni cristiane.
“Quanto è bella la vita religiosa!”: ha esclamato nel suo discorso conclusivo l’Abbadessa Generale. “Noi gioiamo – ha continuato Madre Tekla – nel sentire parlare delle nostre madri fondatrici e insieme a voi vogliamo dire loro grazie per quello che hanno fatto e continuano a fare nella Chiesa del nostro tempo attraverso l’umile lavoro delle sorelle”. Ha, quindi, concluso: “Chiedo al Signore una cosa, quella di abitare nella Sua casa tutti i giorni della nostra vita insieme a tutte le religiose che si offrono in olocausto a Dio, perpetuando nel tempo quello che ha iniziato Santa Brigida e che ha continuato la beata Elisabetta Hesselblad”.

                                                                                                                Pier Vincenzo Rosiello