di altri eventi nella Capitale: la mostra personale Test d'identità (Torretta Valadier
- gennaio 2010) e diverse mostre collettive tra cui Play the Game, Ophelia! I'm (Galleria RossoCinabro - marzo 2010). Il titolo della mostra I saltatori è emblematico. Coloro che saltano sono i superstiti e rappresentano lo scontro che avviene con il dolore dovuto alla perdita di una persona cara: il dolore, la morte ma anche la cura. “L’idea di questa serie di pitture – ci ha detto Federica Di Carlo – nasce dalla perdita di una persona a me cara e dal cambiamento avvenuto in me a seguito di questo evento. Molti dei mie lavori sono incentrati sull'idea che l'identità personale viene composta, alimentata, nutrita dagli eventi che la coinvolgono, ma soprattutto dalle persone con le quali, per un motivo o per un altro, si entra in contatto sia in maniera casuale che volontaria”. In sala sono state esposte tre installazioni che assumo sia la forma di un prato di papaveri sia la forma simbolica (dalla struttura quadrata con la base in legno) di una tomba. “Per sottolineare la valenza di tomba – ha spiegato Federica Di Carlo – su ognuna di esse sono state scritte a mano date di nascita e di morte di persone che ho perso, solo numeri nessun nome”. La scelta del papavero è dovuta da un lato al suo colore forte e deciso, dall’altro al fatto che questo fiore simboleggia un veleno che però, se usato in dosi ridotte, possiede proprietà medicinali. Inoltre il papavero è associato al simbolo del potere. L'idea dell’artista era quella di riunire in uno stesso segno “il virus e la cura, la morte e l'assimilazione di essa”. La luce al neon serve per unificare ancora di più quadro e installazione, nonché a dare un’atmosfera, in termine di luci, surreale. Alle
spalle di ogni istallazione è stata posta una figura, due donne e un uomo, ritratta nel momento del salto. Un aspetto dell’esistenza di tutti che ci coinvolge intimamente e ci cambia profondamente. Sono tempi della vita drammatici, quelli a cui si è ispirata Federica Di Carlo, che ci portano a uscire fuori da noi stessi e a saltare, appunto, per continuare a vivere nonostante tutto. Sono momenti critici e di grande decisione, in cui chi è provato dal dolore deve scegliere se trovare una ragione di vita più grande per superare l’angoscia della morte. Molti sono saltatori inconsapevoli nella gara a ostacoli della vita, la Di Carlo ha il merito di averci con la sua pittura svelato questa intima condizione dell’animo umano, che partecipa, anch’esso, del movimento perenne dell’Universo, ampliando il suo grado di conoscenza della realtà.